Le
fave resistono bene al freddo dell'inverno e ci danno verdura fresca
all'inizio della primavera |
In tutte le zone d'Italia si possono piantare le fave nei mesi da
gennaio a marzo. Al centro sud si piantano già da ottobre o
novembre, come ho fatto io. Nel mese di marzo le fave cominceranno a
fiorire |
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Le fave sono pronte
al consumo già dall'inizio della primavera
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Per chi vuole cimentarsi nella
coltivazione di questo ortaggio, ecco una piccola raccolta di
informazioni.
Specie botanica.
Vicia faba var. major. Famiglia: Papilionacee.
Caratteristiche vegetative.
Questo legume è conosciuto dalla preistoria, si sa che veniva
coltivato già nell'età del bronzo. E' originaria, pare, dell'Asia.
Gli antichi romani ne facevano largo uso, infatti Plinio il Vecchio
già la descrive. Dalla Vicia faba sono derivate le
sottospecie major e minor: la prima è la fava da
orto che conosciamo, la seconda è la favetta da foraggio.
La fava è una pianta annuale di crescita rapida, molto vigorosa (ma
soffre l'azione del vento). E' alta fino a 1 metro. Il frutto è un
baccello carnoso lungo 25 cm o più, che contiene da 3 a 10 semi
appiattiti di colore verde o bruno. |
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I semi delle fave
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Semina.
E' la prima leguminosa da seminare. Teme le temperature alte, ma
riesce a resistere fino a 3-5 gradi sottozero. Emerge dal terreno in
una-due settimane: per favorire la nascita, mettere a bagno in
acquan tiepida i semi per 24-48 ore prima di interrarli. La durata
del ciclo vegetativo è di 26 settimane, in caso si semina
autunnale, e di 11 settimane in caso di semina primaverile.
Si semina in autunno nelle regioni calde, per la produzione come
primizia già in marzo-aprile. Inoltre in questo modo si evitano i
danni di parassiti come l'afide nero, che in quel periodo ancora non
è diffuso.
Preferisce i terreni leggermente argillosi ma prospera praticamente
ovunque. Il ph è preferibilmente alcalino.
Nei piccoli orti la semina più diffusa è quella a postarelle di 3/4
semi, a distanza: 40x30, oppure 50x20 o 70x15 centimetri. La
profondità di semina varia con le dimensioni dei semi. In genere
ogni seme va interrato ad una profondità pario al doppio della sua
altezza.
Seme occorrente: 200 grammi per 10 metri quadrati di terreno.
Non si usa seminare in vasetti da trapiantare, in quanto il
vantaggio sarebbe inesistente: infatti la fava resiste benissimo al
freddo e può essere seminata direttamente in campo. |
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Piantine di fave
spuntate da qualche giorno
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Concimazione.
La fava, come anche i fagioli e le altre leguminose, si avvantaggia
dell'attività dei batteri azoto-fissatori dei suoi tubercoli
radicali, quindi non ha bisogno di azoto ed in genere sfrutta la
concimazione residua delle colture precedenti. E' utile arricchire
il terreno con il compost, per l'azione arieggiante che questo
esercita.
Cure colturali.
Irrigazione, ed
estirpazione delle erbacce. Quando spunta la quarta foglia di
può eseguire la prima sarchiatura per ridurre le infestanti ed
arieggiare il terreno. In concomitanza delle sarchiature si può
eseguire anche una rincalzatura delle piante. (addossare allo stelo
qualche centimetro di terra). Irrigare preferibilmente a
scorrimento, evitare le irrigazioni a pioggia.
Cimatura. Alcuni
consigliano la cimatura: al momento della fioritura si toglie la
punta della pianta (l'apice vegetativo), in questo modo si evitano
le infestazioni degli afidi che si concentrano generalmente sulla
punta, e si favorisce la fruttificazione.
Cimare i getti al di sopra del quarto mazzetto di fiori. In questo
modo i baccelli avranno a disposizione una quantità maggiore di
linfa e cresceranno più vigorosi e saporiti.
Tutori. Generalmente
la fava non avrebbe bisogno di sostegni, ma se la zona è ventosa è
indispensabile circondare la coltura con delle canne piantate a
intervalli regolari e collegate da spaghi o fil di ferro, creando
così un recinto di sostegno.
Avvicendamento e consociazione.
La fava è una coltura da rinnovo, che può precedere colture più
impegnative anche grazie alla sua capacità di arricchire il terreno
di azoto. Riesce meglio se coltivata vicina o insieme a lattuga e
patata. |
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Una pianta di fava
cimata sopra il quinto-sesto getto fiorale per evitarev l'invasione
di afidi
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Raccolta.
Quando i baccelli misurano 6-8 centimetri si possono consumare cotti
interi così some sono, come i fagiolini. Altrimenti attendere la
maturazione, non oltre al momento in cui la piccola cicatrice di
unione interna del singolo seme sta diventando bruna (aprire un
baccello per verificare). Raccogliere con una leggera torsione verso
il basso.
La raccolta avviene solitamente, per il consumo fresco, quando i
baccelli sono ancora teneri. La raccolta per la granella secca si
effettua in giugno o luglio, quando i baccelli diventano scuri,
senza aspettare che siano completamente secchi: in questo modo si
attenua l'attacco del tonchio.
La resa varia da 15 a 30 kg di seme secco per ogni 100 mq, e 50-60
kg di seme fresco sempre per 100 mq. |
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Nella foto: 3 tipi di fave, dal catalogo Ingegnoli. 182: "Aguadulce
Supersimonia a lunghissimo baccello". 185: "Olter Sciabola verde".
189: "Superaguadulce selezione gigante Ingegnoli"
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Conservazione.
Lasciare maturare il baccello sulla pianta, poi estirpare la pianta
ed appenderla a testa in giù. Oppure, conservare i baccelli secchi
in una rete a maglie o nella carta per proteggerli dalla polvere e
dai parassiti.
Congelare le fave fresche dopo averle sgusciate e immerse per un
paio di minuti in acqua bollente.
Varietà.
Le più diffuse sono: Di Siviglia, D'Aguadulce e SuperAguadulce,
Supersimonia, Sciabola Verde, Precoce d'Aquitania, Quarantina a
grano violetto oppure a grano bianco.
Curiosità.
In Grecia questa pianta ebbe connessioni misteriose con l'aldilà.
Pitagora ordinava ai suoi discepoli di non mangiare fave, poiché
(sosteneva) all'inizio del mondo, uomini e fave erano nati dallo
stesso seme. Inoltre Pitagora credeva nella trasmigrazione delle
anime, e alcune scuole ispirate a lui insegnavano che le anime degli
uomini trasmigravano proprio nelle fave.
In alcuni paesi sopravvive l'uso, il giorno dell'Epifania, di
servire un dolce nel quale è stata nascosta una fava: chi la trova
diventa il Re della fava, comanda e dirige la festa. Questa usanza
si ispira ai Saturnali, celebrazioni romane nelle quali il Re della
fava era uno schiavo ma per la durata del banchetto comandava lui.
I romani avevano in detto abstineto a fabis (astieniti
dalle fave) che però ha un senso diverso dall'apparenza: il detto
deriva dall'usanza di votare gettando un seme di fava nel
contenitore preferito. Quindi il significato reale era: Stai lontano
dalla politica.
Il fiore della fava è profumatissimo, da qui la credenza che dormire
in un campo di fave faccia impazzire le persone. |
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